sabato 2 novembre 2013

Esiste una cattiva strada? Ce lo insegna De Andrè con la "cattiva strada"

Qual è il vero significato della "cattiva strada"? 


Una sommessa ballata, come recitata da un cantastorie locale. S'accompagna con una sola chitarra acustica, che suona un tema ritmato e ciclico. Un motivo che ritorna spesso su se stesso. Dà l'idea di un viaggio infinito. Così, anche il racconto ritorna spesso su se stesso, con diversissime atmosfere: prima l'innocente, poi la prostituta, un pilota, un "diciotenne alcolizzato", i giurati ad "un processo per amore". Eppure la ripetizione è costante: l'apparentemente "cattiva azione" di un personaggio ignoto, che poi conclude sempre con un refrein "e adesso è ora/ è meglio che io vada", mentre lo sta seguendo chi ha ricevuto il torto da lui. Pochi dettagli, proprio come un viaggio sognato, non tolgono al brano la sua richezza.
Le atmosfere cambiano mentre, sugli stessi accordi, l'ignoto personaggio si muove da una ambientazione all'altra (la parata militare, i viali dietro la stazione, una notte senza luna). In ogni nuova ambientazione incontra un personaggio diverso. I gesti compiuti dall'ignoto personaggio appaiono incomprensibili, gratuitamente cattivi. Ma ad una seconda analisi, questi gesti rivelano un signifiato più generale e profondo.

L'ignoto personaggio sputa ad un soldato durante una parata militare. Qui a mio parere de Andrè simboleggia un appello a smettere tutte le guerre offensive, e a evitare i rischi del nazionalismo e del militarismo.
Il soldato è ancora "innocente", probabilmente giovane o di recente arruolamento, e come se fosse stato mosso a coscienza dall'azione, abbandona subito la parata, seguendo l'ingoto personaggio. De Andrè non lo dice (come dicevo il testo è povero di dettagli), ma possiamo immaginare che il soldato, forse scosso dall'accaduto, decida di abbandonare la parata, per cambiare vita. In questo caso sembra che la "cattiva strada" diventi la strada della pace, mentre la parata sarebbe la vera strada cattiva.





 Nei viali dietro la stazione, questa volta il misterioso personaggio ruba l'incasso ad una "regina", probabilmente una prostituta. Ho rifletutto a cosa volesse alludere de Andrè facendo compiere al personaggio ignoto questo nuovo gesto. E' certo che il personaggio della prostituta, come nelle altre canzoni di de Andrè non ha un valore solo letterale. A cosa allude? Io ho pensato questo: metaforicamente parlando de Andrè vede il sistema capitalistico come un grande postribolo. In effetti in alcuni casi il sistema di massa ci obbliga a vendere il nostro tempo.
A quel punto la prostituta lo segue, come se l'ignoto personaggio, rubando l' incasso, l'avesse alleggerita e resa finamente libera. Allo stesso modo de Andrè sembra chiederci di liberare noi stessi dal culto inutile dei mezzi materiali. Anche in questo caso la cattiva strada si inverte con la buona strada.






Ora, in una notte senza luna, l'ignoto personaggio fa perdere la rotta ad un pilota, uccidendolo. Difficile trovare un'inversione di significato in questa strofa (la cattiva strada non sembra affatto rivelarsi una strada buona), com'era nei casi pecedenti.
La cattiva strada in questo caso è la morte.

Poi, l'ingnoto personaggio va da un giovane alcolizzato per versargli ancora da bere. Anche qui l'inversione non sembra esserci. In questo caso la cattiva strada è la dipendenza dall'alcol.

A un "processo per amore" l'ingoto personaggio compie la sua ultima tappa. Il personaggio bacia le bocche dei giurati. Anche qui il significato non può essere solo letterale. A cosa vuole allude? C'è il dettaglio degli sgurdi imbarazzati. Anche se De Andrè non lo dice ci immaginiamo che, dopo l'azione del misterioso personaggio, l'udienza giuridica si sia bloccata. Con questo "processo per amore" De Andrè mi sembra voler mostrare proprio la limitatezza del giudizio umano, soprattutto, come in questo caso, di fronte all'amore. Quest'ultimo episodio, apparrentemente minore, mi sembra invece rivelativo per il significato complessivo della canzone. Infatti subito dopo:

"E quando poi sparì del tutto
a chi diceva "E' stato un male"
a chi diceva "E' stato un bene"
raccomandò "Non vi conviene venir
con me dovunque vada
ma c'è amore un po' per tutti
e tutti quanti hanno un amore
sulla cattiva strada"
.

Posti dopo l'episodio dei giurati questi versi sembrano rimandare ancora alla limitatezza del giudizio sulla povertà, sulla prostituzione ("la regina nei viali dietro la stazione"), sul patriottismo ("il soldato alla parata militare"), e persino sulla dipendenza (il "diciottenne alcolizzato"), e la morte ("il pilota"). De Andrè rimarca l'idea che l'uomo, come il pilota a cui sono truccate le stelle, possa giudicare male, ingannarsi, sbagliare soprattutto nei giudizi più profondi rigurado la natura umana (amore, morte, povertà, scelte di vita, dipendenze) e sulla profondità delle altre persone. De Andrè ci insegna anche l'impossibilità di giudicare la cattiva strada (il male), non priva di attrattive ("tutti quanti hanno un amore sulla cattiva strada"), e non nettamente divisibile dalla buona strada, il bene.


Cosa ne pensi?
Fammi sapere nei commenti!!
Ciao!!! :)

Ora il mio blog è stato trasferito qui http://gabrielelaszloliteraryagency.blogspot.com





 





6 commenti:

  1. Grazie lupoalberto2 ! Ispirandomi al tuo commento ho riletto il post (che era il mio primo post) e ho trovato necessario fare diverse modifiche

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  2. complimenti per avermi chiarito il significato più concreto di questo brano

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    1. Grazie a te, da tanto mancavo da questo blog, grazie ancora...

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  3. veramnete bellissimo questo commento. il migliore che ho trovato su internet! grazie mille

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    1. Grazie a te, da tanto mancavo da questo blog, grazie ancora...

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